Che cos’è la presa di spuma nel vino

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Che cos’è la presa di spuma nel vino
Una bollicina fresca e dissetante: cosa c’è di meglio per un aperitivo estivo al mare, in campagna, in montagna, in città, ovunque vogliate? Sono ormai parecchi anni che lo spumante, da vino stappato solo durante le ricorrenze importanti o a Capodanno, è stato “sdoganato” nella vita di tutti i giorni.

Berlo come aperitivo è ormai un must per chi vuole rilassarsi dopo un’intensa giornata di lavoro. Ma come fa lo spumante a diventare tale? Da dove arriva quella piacevole spuma che ci solletica il palato? 
La risposta è in una parola: lieviti. Quando il mosto è già fermentato, quindi già trasformato in vino, viene versato all’interno delle singole bottiglie.

A questo punto si aggiungono lieviti selezionati, che trasformeranno gli zuccheri in alcol e anidride carbonica. Quest’ultima genererà le bollicine che siamo abituati a degustare nel nostro calice. La presa di spuma non è altro che questo: il processo attraverso cui un vino fermo diventa spumante. 

Un processo che può durare diverso tempo, a seconda dei lieviti utilizzati e dell’affinamento che vogliamo portare a termine. Esistono spumanti che riposano sui lieviti per anni interi, assumendo sentori e sapori che ricordano la crosta di pane e la brioche appena sfornata.

Qualche esempio? Gli Champagne! Oppure, guardando all’Italia, alcuni prodotti di alta gamma come il Farnito Brut, l’Alta Langa del Piemonte, i Franciacorta. Prodotti di assoluta eccellenza che escono ben al di fuori dell’esiguo recinto dell’aperitivo.

Molti di essi possono essere degustati tranquillamente a tutto pasto, con portate di pesce, frutti, cruditè di mare, formaggi semi-stagionati: una varietà di abbinamenti che è difficile ricondurre al solo momento – pur sacro – dell’aperitivo

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