Cosa si intende per vino da tavola?

Wine&People
Cosa si intende per vino da tavola?
Siete in giro fra i reparti di un supermercato e, da bravi amanti del nettare di bacco, vi soffermate per svariati minuti fra gli scaffali del vino. Di fronte a voi le etichette con cui avete ormai una certa familiarità, con le relative denominazioni: lì a destra un Brunello di Montalcino Docg, poco distante un Rosso di Montepulciano Doc, nei pressi ecco spuntare un bel Super Tuscan Igt. Pian piano il nostro sguardo scorre verso gli scaffali più bassi – dove in genere sono esposti i vini di minor pregio – dove vediamo etichette dal nome fantasioso, corredate dalla dicitura: “Vino da tavola”. Tendenzialmente tutti i vini vengono bevuti mentre siamo a tavola, ma in questo caso la scritta non si riferisce al momento del consumo. Il vino da tavola, chiariamolo subito, è la categoria meno nobile fra quelle che possiamo ascrivere al prodotto dell’uva. È un vino che, in genere, deriva dalla vinificazione delle uve più svariate, senza indicazione di territorio o di annata, provenienti da ogni parte del globo. Non a caso, nelle etichette che riportano la dicitura “Vino da Tavola” è vietata l’indicazione dell’annata e del territorio, proprio perché quelle uve non hanno limiti di provenienza o di età. È il buon senso, ovviamente, che impone di non utilizzare uve andate a male, anche perché i frutti dovranno essere comunque certificati e autorizzati al consumo dagli organismi di competenza. La cosa principale che distingue i vini da tavola dalle ben più nobili denominazioni è, quindi, il fatto di non dover seguire uno specifico disciplinare per quanto concerne territorio di provenienza, annata, affinamento, rese per ettaro e così via. Parametri che si fanno via via più stringenti nel momento in cui risaliamo la scala delle denominazioni, dagli Igt alle Docg. Per essere ancora più chiari: il vino da tavola è quello che troviamo spesso sfuso presso un vinaio o in brick nell’ambito della grande distribuzione organizzata. Allora che fare? Bisogna per forza spendere una fortuna per bere bene? Posto che un vino Docg sarà, nel 101 percento dei casi, in tutto e per tutto superiore a un comune vino da tavola, non bisogna per forza lasciarsi prendere dalla disperazione! Per una serata o un pranzo senza particolari pretese organolettiche potete lasciarvi consigliare dal vostro vinaio di fiducia: sono molte le enoteche che producono direttamente grosse quantità di vino sfuso comprando le uve da conferitori esterni. Potete chiedere a un vinaio di cui vi fidate ciecamente se c’è qualcosa da bere che non avveleni olfatto e palato; oppure tanto vale spendere giusto qualche moneta in più e comprare un vino, magari Igt o Doc, che non superi i 5 o 6 Euro (prezzo in Italia)..

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