MasterChef Italia: tre vini per tre concorrenti (più uno)

Wine&People
di Enrico Nocera
MasterChef Italia: tre vini per tre concorrenti (più uno)
Enrico Nocera

Enrico Nocera

Sommelier diplomato alla Scuola Europea Sommelier e giornalista enogastronomico.

La stagione numero 9 di Masterchef è stata ormai consegnata agli archivi con la vittoria di Antonio Lorenzon. Un’edizione di altissimo livello, dove sotto gli occhi (e i palati) degli chef Cannavacciuolo, Barbieri e Locatelli, sono passati molti piatti che non avrebbero sfigurato sula carta dei loro ristoranti

Sono ormai centinaia i concorrenti e aspiranti tali che, in nove stagioni, hanno mostrato – o tentato di mostrare – le loro abilità al pubblico e ai giudici. Tra questi ci sono dei veri e propri “cult”, entrati a buon diritto nel cuore e nella memoria dei tanti fan del programma.

Ci è quindi venuto in mente un piccolo gioco da condividere con voi lettori e wine lovers: perché non prendere alcune di queste preparazioni e proporre un abbinamento vinicolo? 

Luciano – Rollatina di spatola a beccafico 

Partiamo dalla fine, ossia proprio dall’ultima edizione. Luciano, il vulcanico geometra 52enne, è entrato di diritto nel novero dei concorrenti storici: per la sua simpatia, la sua grande carica e la voglia di dimostrare che non è mai troppo tardi per dare una svolta alla propria vita. Già dalle selezioni si è notata la sua mano sopraffina: davanti alla triade di giudici, Luciano ha presentato un pesce spatola su salsa di basilico e menta con insalata di arance e finocchi, salsa di acciughe, pinoli e pepe rosa.

Un piatto tanto complesso quanto delicato ed equilibrato, espressione della solare terra di Sicilia da cui il nostro geometra proviene. Un piatto così, carezzevole e strutturato, necessita di un vino altrettanto complesso ma non “coprente”; corposo ma non troppo aggressivo. Il Farnito Chardonnay di Carpineto, con la sua armonica linea olfattiva fruttata e speziata, e i suoi sapori persistenti e fini, è una scelta perfetta! 

Italo – Lamb shahi korma

Facciamo un salto indietro di due stagioni, fino alla numero 7. Italo, ex pilota d’aerei in pensione, è ancora oggi uno dei personaggi più iconici dell’intero programma. Per svariati motivi: la sua simpatia, l’eleganza, una certa vena “piaciona” e, soprattutto, la sua smodata passione per il curry. Ogni piatto era buono per mettercene almeno un pizzico. Non fa eccezione la pietanza con cui si è presentato ai giudici: il lamb shahi korma è una preparazione indiana a base di agnello al curry, zuppa di lenticchie rosse e bevanda al mango.

Un oceano infinito di sapori e sentori, non facile da abbinare a un solo vino. Provando a isolare gli elementi principali del piatto, con tutti i rischi che le generalizzazioni portano con sé, i sentori speziati e piccanti della cucina indiana ben si sposano con vini aromatici, profumati e con moderata presenza zuccherina. Un Traminer aromatico da vendemmia tardiva, ad esempio. Per i rossi meglio scegliere un vino giovane, fresco e ben equilibrato: un Chianti Classico risponde molto bene a questo identikit. 

Giulia – Tagliatelle all’uovo 

La sesta edizione di Masterchef vede, tra i suoi concorrenti, la marchigiana Giulia. Temperamento forte e attaccamento alle tradizioni ne fanno una dei personaggi più benvoluti dell’intera stagione. Già dalle selezioni, con le sue tagliatelle all’uovo al ragù bianco, verdure fresche e fonduta di formaggio, mostrò un’indole particolarmente spiccata verso i sapori “genuini” tramandati in casa da sua nonna (che infatti Giulia cita spesso).

L’abbinamento col vino? Un rosso che si sposi bene con l’untuosità del ragù e con la struttura della fonduta, dal tannino ben levigato e di buona acidità. Perché non provare un Nobile di Montepulciano Riserva? Asciutto, giustamente sapido, equilibrato: nel calice esprime tutta l’armonia che un piatto simile ricerca. 

FUORI CONCORSO: Marco Giordano – I sapori della mia terra

Qui la menzione è quanto meno d’obbligo. In molti l’hanno definito il concorrente più famoso di Masterchef, pur non avendo mai partecipato di fatto al programma, dopo l’eliminazione subita durante le selezioni. Marco Giordano, con “i sapori della sua terra”, non è riuscito a superare il primo scoglio, ma ha portato a casa una popolarità da quasi 10 milioni di visualizzazioni su YouTube.

I suoi gnocchetti di ricotta con vellutata di piselli e speck sono stati giudicati troppo duri, squilibrati nel gusto (“lo speck copre tutto”) e soprattutto troppo farinosi (“C’è una squintalata di farina”, sentenzia chef Barbieri). Marco è però riuscito a conquistare gli spettatori, nonché chef Cannavacciuolo, grazie alla sua simpatia e umiltà. E chissà che un giorno non riesca a migliorare il suo piatto, equilibrandolo negli ingredienti.

Nel nostro piccolo possiamo consigliargli un abbinamento vinicolo: magari un Dogajolo Bianco, che con i suoi gradevoli sentori fruttati e floreali si sposa bene ai “sapori della terra” che Marco ci propone. Magari senza lo speck!

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