Cabernet Sauvignon: diffusione e curiosità

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di Giuseppe Petronio
Cabernet Sauvignon: diffusione e curiosità
Giuseppe Petronio

Giuseppe Petronio

Calabrese di origine e romano di adozione. Ingegnere ambientale per studio, amante del vino e sommelier per passione, comunico i sapori del vino e le emozioni che mi attraversano accompagnandole con fotografie e racconti.

Abbiamo bevuto tutti un bel Cabernet Sauvignon, in purezza o in blend con altri vitigni, ma quanti di voi lo conoscono bene?

L’origine genetica del Cabernet Sauvignon è rintracciabile nel nome stesso essendo un vitigno nato dall’incrocio spontaneo tra Cabernet Franc e Sauvignon Blanc, e non a caso offre alcune caratteristiche di entrambi.

Recenti studi e pubblicazioni statistiche classificano questo vitigno come il più diffuso a livello mondiale per la produzione di vino, forse proprio grazie alle sue caratteristiche di adattabilità a vari terreni e a diverse condizioni climatiche è praticamente presente in tutti i paesi vinicoli.

La sua fama planetaria è sicuramente dovuta ai grandi vini di Bordeaux, dove, insieme al Merlot e al Cabernet Franc, rappresenta la componente dell’assemblaggio principale del famoso taglio bordolese, cui si aggiunge, talvolta ed in minor percentuale, Petit Verdot, Carmenère e Malbec. Quest'uva è presente, oltre che in Francia, anche in molti paesi del resto d’Europa.

I vini prodotti con Cabernet Sauvignon, in purezza o in taglio bordolese, oltre ad essere caratterizzati da estrema eleganza e raffinatezza, sono apprezzati molto anche dai palati meno esperti e considerati come i modelli di riferimento a livello mondiale.

L’espressione che più mi piace ricordare è quella proveniente dalla California, in particolare dalla Napa Valley, dove ho avuto il piacere di essere in visita qualche anno fa, da cui nascono eccellenti vini pieni di carattere, veramente notevoli per il sapiente utilizzo del legno di affinamento.

In Italia fino alla fine degli anni ‘70 era il Cabernet Franc ad avere maggiore diffusione, soprattutto nel Nord del Paese e in particolare in Veneto e Friuli, ma negli anni a seguire, grazie alla grande affermazione agli occhi della critica mondiale di alcuni vini italiani, si ebbe il grande cambio di passo per l’utilizzo di questo vitigno.

In Toscana, nello specifico, il Cabernet Sauvignon dimostrò che il suo utilizzo poteva dare straordinari risultati non solo nella zona bordolese ma anche in Italia dove costituisce, insieme al Sangiovese e all'altro internazionale Merlot, il vero e proprio mito dei Supertuscan.

Nella stessa regione si trovano grandissime espressioni anche in purezza, un esempio è quello di Carpineto che produce il Farnito Cabernet Sauvignon IGT da piccole e ricercatissime produzioni di alta qualità con uve provenienti dai vigneti di proprietà situati a Gaville (Firenze) e Montepulciano (Siena), particolarmente adatti e vocati ad originare grandi vini. 

Il nome di questo vino deriva da un tipo di quercia presente in Toscana e chiamata Farnia, fu messo in commercio per la prima volta nel 1987 a seguito di una lunga sperimentazione fatta con vitigni internazionali. 

Oggi, prodotto in quantità limitate, questo Cabernet costituisce una valida alternativa ai classici vini a denominazione di origine controllata prodotti in Toscana. Annata 2013, nella primavera successiva, dopo la fermentazione malolattica, il vino viene unito in un solo corpo e posto in piccole botti di rovere, dove rimane fino al gennaio successivo, mese in cui tolto dai barili viene imbottigliato. Dopo l’imbottigliamento e prima di essere in commercio, deve sostare per un ulteriore periodo non inferiore agli otto mesi in ambiente a temperature controllata.

Al calice si presenta molto intenso, con un rosso rubino dalle leggere sfumature aranciate. Profumi complessi e intriganti arrivano ad inebriare l’olfatto, si ha l’impressione di fare una passeggiata in un bosco, trovando mirtilli e more che si intrecciano alle erbe d’altura, su uno sfondo contornato da una nota vegetale, finendo balsamico su sentori terziari di tabacco. Al palato è pieno e ampio nei ritorni con tannini che sanno di liquirizia e riempiono la bocca con avvolgenza, creando una struttura notevole. Equilibrato tra sapidità e acidità, regala un finale persistente sul frutto. Grandissima espressione toscana del vitigno in purezza.

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