Cioccolato e vino: un matrimonio sorprendente

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Cioccolato e vino: un matrimonio sorprendente

Chi l’ha detto che cioccolato e vino non vanno d’accordo? Certo, l’abbinamento più ricorrente, che potrebbe subito balzare alla mente, è quello col Rum. Almeno per quanto riguarda il cioccolato fondente. Eppure non sono pochi gli esperimenti che si possono provare, dai vini liquorosi ai passiti, fino ai vini aromatizzati. Vediamone qualcuno.

Cioccolato bianco A cioccolato bianco corrisponde vino passito bianco. Questa tipologia di cioccolato, infatti, è ricca di zuccheri e derivati solidi del latte, componenti dolci che necessitano di un abbinamento per concordanza. Qualunque sorso di vino bianco o rosso, infatti, risulterebbe amaro e persino spiacevole dopo un assaggio di cioccolato bianco. Spazio, quindi, agli abbinamenti dolci: Vinsanto del Chianti, Moscato di Pantelleria o Albana di Romagna sono il top di gamma, delicati e morbidi al punto da bilanciare la sensazione zuccherina presente in bocca.

Cioccolato al latte Ancora una volta non possiamo che scegliere un vino dolce, dato che la tendenza amara del cacao è percepibile solo in minima parte, sovrastata dalla sensazione morbida del latte. L’ideale sono i vini passiti come il Moscato o l’Aleatico dell’Elba, dai contorni olfattivi sinuosi e dal sapore fresco e deciso.

Cioccolato fondente Ecco un punto dove potremo sbizzarrirci. Il cioccolato fondente, con la sua carica amara a seconda della percentuale presente, richiama vini di grande struttura e ampi profumi, capaci di sostenere un sapore forte, deciso e mai banale. Cominciamo dai vini aromatizzati rossi, come il Barolo chinato, derivato dal grande piemontese, continuando con un Recioto della Valpolicella o, addirittura, con un Vermouth nel caso di cioccolato fondente ripieno di liquore o frutta. Anche una scelta “esotica”, potrà fare al caso nostro, come un Pedro Ximenez, grande Sherry spagnolo dai profumi variegatissimi e dal sapore corposo. Altri abbinamenti perfetti sono quelli col Vinsanto Occhio di Pernice, che si differenzia dalla tipologia di Vinsanto più nota – quella a bacca bianca – perché derivato da uve rosse, o quelli con il Marsala Superiore siciliano.

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