I rossi della Vigilia: come sorprendere i vostri ospiti al cenone

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I rossi della Vigilia: come sorprendere i vostri ospiti al cenone
Tradizione vuole che il cenone della Vigilia di Natale sia a base di pesce. Crostacei, vongole, ostriche, orate, spigole, gamberoni o il classico capitone: tutto fa gola, basta sia a base di pesce. E infatti in pochi si sognerebbero di aprire bottiglie di vino rosso in questa notte di festa, preferendo conservarle per il giorno successivo, quando i tavoli saranno imbanditi con carni varie, paste al forno e ogni altro genere di leccornia. Ma, come si suol dire… c’è un ma! Quante volte abbiamo sentito dire, da un nostro commensale, che no: il vino bianco proprio non lo regge; che dà alla testa; che gli procura acidità di stomaco e via di questo passo. Premesso che l’unica acidità dei vini bianchi buoni è quella dovuta alla freschezza delle uve, se i vostri ospiti proprio non ne vogliono sapere di assaggiare vino bianco, non avviliteli proponendo un bicchiere d’acqua. Esistono dei rossi – o anche dei rosati – che possono “salvare” la serata del vostro amico o amica da un mesto giro d’acqua di fonte. Con gli antipasti a base di crudi, ad esempio, potreste proporre un Pinot Nero, dai tannini quasi impercettibili e dal sapore vellutato; se, invece, i gamberi o i crostacei in genere preferite grigliarli, allora ecco venire in vostro soccorso un rosato come il Dogajolo, ampio e variegato, perfetto compagno di viaggio della tendenza dolce del piatto. Come primo avete preparato il classico spaghetto con le vongole? Anche qui un rosato può fare la sua bella figura. Non oltre! Poiché il tannino, anche se morbido come quello del Pinot, potrebbe demolire totalmente la delicata consistenza del mollusco. Ecco poi il momento dei piatti classici del Natale, come il capitone. Prima di metterlo a friggere, stappate una bottiglia di vino rosso frizzante, come il Lambrusco o il Gragnano: la freschezza del vino, e l’effervescenza delle bollicine, vi lasceranno un palato pulito e soddisfatto, pronto alla seconda forchettata! È giunto il momento dei secondi, in genere ben strutturati. In alcune zone d’Italia, ad esempio, il pesce si prepara sotto forma di zuppa, col pomodoro, fra sontuosi esempi di triglie, scorfani, cocci e rane pescatrici. Qui possiamo spingere un po’ più in là l’asticella, e cercare un vino che bilanci l’acidità del pomodoro. Un Morellino di Scansano o un Chianti Classico potrebbero sorprendere anche i più scettici!

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