Vino caldo e vino fresco: i “false friend” del vocabolario enologico

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Vino caldo e vino fresco: i “false friend” del vocabolario enologico
Il vocabolario italiano è ricco di termini. Alcuni astrusi, altri ricercati, molti di uso comune nel linguaggio quotidiano. Fra questi ci sono le parole che indicano uno stato di temperatura: se fa caldo si dice “caldo”, se fa fresco si dice “fresco”. Talmente lineare da risultare banale. 
 
Eppure, nel vocabolario del vino, le cose non sono così scontate. Un termine di semplice e quotidiano utilizzo può assumere significati diversi, a seconda del contesto in cui lo utilizziamo. A partire proprio dalla distinzione fra “caldo” e “fresco”. 
 
Un vino “caldo”, nella terminologia specialistica, non è un vino che avrebbe bisogno di una mezz’ora di frigorifero. È un vino che, una volta bevuto, dona una sensazione di calore – quasi di tepore – a livello dell’intestino, partendo fin dalla bocca e dalla gola. Una proprietà che è molto comune nei vini rossi o nei bianchi di una certa struttura, come un Barolo, un Brunello di Montalcino o un Taurasi.
 
Un vino “caldo” è quindi un vino che dona una sensazione cosiddetta “pseudocalorica”, dovuta principalmente alla quantità percentuale di alcol svolto che troviamo dentro la nostra bottiglia. Ecco perché, quando fa freddo, tendiamo a bere un bicchiere in più: l’alcol dona una sensazione di calore a livello corporale che si propaga dal palato allo stomaco. 
 
Passiamo ora al vino “fresco” che non è, come avrete intuito, un vino appena prelevato dal freezer. Il concetto di freschezza è intimamente legato a quello di acidità, a sua volta legato alla spiccata salivazione provocata in chi degusta. Un vino fresco è quindi un vino che provoca salivazione, e che aiuta a “ripulire” la bocca dai grassi di cui è piena quando mangiamo prodotti come salumi, insaccati o anche un certo tipo di formaggi (solo per portare alcuni esempi).
 
La freschezza è auspicabile in ogni vino che voglia presentare ancora caratteristiche di longevità, ma è in genere spiccatissima nei bianchi giovani e soprattutto negli spumanti, dove l’effervescenza la esalta in tutte le sue forme. 

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